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The Elf
             on the Shelf

Una guida completa e dettagliata per portare in famiglia la magia di Babbo Natale e degli Elfi fra scherzi, creatività e allegria.

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La  storia 

 

The Elf on the Shelf o “l’elfo sulla mensola” è una tradizione americana nata dalla penna di Carol Aebersold e la figlia Chanda Bell, che hanno dato vita a un simpatico libro per bambini scritto interamente in rima. In realtà il libro, tutto sommato molto recente, ripropone un’antica leggenda legata al Natale.

La storia racconta le vicende di questo elfo birichino e furbetto, mandato da Babbo Natale per far parte della famiglia in tutto il periodo natalizio. L’elfo dal vestito rosso di giorno rimane seduto sulla sua mensola a controllare cosa accade in casa e quando quando cala la notte, viaggia fino al Polo Nord attraverso la sua porticina, da Babbo Natale, per raccontargli tutto quello che ha visto: se il bambino si è comportato bene, se fa le cose che gli vengono chieste, se mangia tutto, se va bene a scuola.

Al rientro a casa però, combina qualche marachella, ascondendosi, facendo degli scherzi, per far divertire i più piccoli che al risveglio impazziranno di gioia per ritrovarlo. Oppure inscena situazioni divertenti, porta regalini, lascia messaggini, propone al bambino attività da fare nel tempo libero.

Come funziona ?

Come spesso accade per le tradizioni, anche Elf on the Shelf è un’usanza che si è modificata con il tempo e l’utilizzo da parte delle persone.

La versione ufficiale propone e suggerisce regole e modalità di svolgimento ma di fatto, ogni famiglia può apportare le sue personali variazioni, interpretazioni e modifiche, in base alle esigenze del nucleo familiare e del bambino.

 

Quando cominciare e quando finire ?

Nella versione americana l’elfo compare il giorno del Ringraziamento e rimane fino alla Vigilia di Natale quando avrà finito il suo compito e ripartirà per il Polo Nord insieme a Babbo Natale.

In Italia molti adottano o il 1° dicembre oppure l’8 dicembre come inizio del periodo dell’avvento, seguendo le date tradizionali del Natale in Italia.

Noi invece abbiamo un’altra diversa usanza, una sorta di mix: il nostro elfo è allineato con l’inizio delle festività americane (non è più bello iniziare prima?? ), quindi l’ultimo we di novembre, quando avremo già tutta casa addobbata e decorata. Ma finiamo molto più tardi: infatti nostro figlio ha chiesto espressamente a Babbo Natale di poter lasciare l’Elfo Ben fino alla Befana, che tradizionalmente, chiude in Italia i festeggiamenti.

Con la chiusura del periodo l’elfo scompare per tutto il resto dell’anno. Alcuni, di fronte al rammarico dei più piccoli per “l’arrivederci” del loro amico, decidono di lasciarlo tutto l’anno, sotto forma di pupazzo inanimato che non compie scherzetti e magie. Così come lo fanno “tornare” in momenti particolari come il compleanno del bambino, il lockdown o altre ricorrenze significative.

Io personalmente non sono d’accordo: la bellezza di questa esperienza, risiede anche nella sua “temporalità“. Magia è anche attesa. Ospitare un elfo, significa attendere pazientemente l’arrivo del periodo natalizio, allenare i bambini ad aspettare, a capire, a ragionare, a non avere tutto subito quello che si desidera.

Inoltre, avere il pupazzo a disposizione sempre, ne riduce moltissimo l’importanza. Alla fine diventa come un giocattolo qualsiasi alla cui presenza alla fine ci si abitua, come un soprammobile. Il concetto di tempo e unicità invece, secondo me, sono fondamentali: insegnano ai bambini a dare il giusto valore, peso e importanza alle cose veramente speciali.

Come adottare un elfo ?

Anche in questo caso ci sono diverse strade percorribili, in base a come più vi piace e pensiate che sia adatto ai vostri bambini.

  1. Il bambino chiede a Babbo Natale di poter ospitare un elfo nella sua casa;

  2. Babbo Natale manda il suo elfo, a cui il bambino dovrà dare un nome;

A che eta' iniziare?

Non esiste una risposta univoca.

Certo è che bambini troppo piccoli, potrebbero non capire e spaventarsi.

Personalmente penso che sotto i 3/4 anni sia prematuro, però si possono adottare delle varianti meno interattive, più semplici e comprensibili per i più piccoli.

Ogni mamma e papà conosce bene i suoi figli per sapere se può essere o meno un’esperienza adatta a loro.

Il bello di questo magia è la possibilità di variare, modificare e adattare la situazione in base alle singole personali esigenze.

L' Elfo e il calendario dell' Avvento?

Io direi che il calendario dell’Avvento può integrarsi e sposarsi perfettamente anche con l’esperienza dell’elfo, anzi la può arricchire.

Si possono inventare mille modi per intersecare le due tradizioni.

Ad esempio, a casa nostra, è l’elfo che riempie i cassettini del nostro calendario e ogni anno cambia tema: un modo originale per dare sempre nuova vita a una tradizione sempre uguale.

Comunque, non dimentichiamolo, il calendario parla dell' attesa, in modo più leggero per i bimbi, dell'arrivo di Gesù, mentre, l'Elfo, dell'arrivo di Babbo Natale, e per entrambi, bisogna essere buoni.

La  Porta  Magica

La tradizione vuole che l’elfo, per tornare rapidamente al Polo Nord di notte, usi una porticina magica che gli permette di viaggiare nello spazio in maniera veloce.

A cosa serve la porta? Non è un semplice dettaglio.

 

Le porte sono un modo per stimolare la creatività nei bambini, una porta di accesso nel mondo della fantasia. L’elfo ha anche il compito di aiutare e supportare i bambini, tenendo lontani i mostri e aggiustando i giocattoli rotti. Per questo, a volte le porte vengono lasciate nelle camere dei bambini tutto l’anno, affinché essi possano trovarvi rifugio o un luogo riservato dove esprimere le proprie emozioni.

Come Compare e Come Si  Attiva

Anche sulla comparsa della porta si possono adottare diverse strategie: di solito, se è il bambino a chiedere l’arrivo dell’elfo, può essere carino costruirla insieme a lui come regalo di benvenuto. In questo caso sarà un piacevole diversivo nei lunghi pomeriggi autunnali, magari brutti e piovosi.

Se invece sarà una richiesta da parte di Babbo Natale, si può farla arrivare nella notte, come una specie di corredo che l’elfo porta con sé.

Ovviamente anche la porta si attiva con la magia: la tradizione vuole che l’elfo lasci al bambino una polverina magica da “soffiare” sulla porta al suo arrivo assieme alla recita di una formula magica. La magia durerà per tutto il periodo del Natale.

 

Cosa usare per la polverina? Glitter e porporina in una bella boccettina di vetro sono perfette!

Le Regole

Esiste, nella versione americana, una sola grande regola: non toccare l’elfo.

 

Altrimenti perderà la sua magia e non potrà tornare dal bambino. “C’è solo una regola che devi seguire per farmi tornare ed essere qui domani: per favore non toccarmi, la mia magia potrebbe sparire e Babbo Natale non saprà tutto quello che ho visto e so!” si legge nel libro di Carol e Chanda.

Questo vuol dire che i bambini possono parlargli, raccontargli la loro giornata, i loro pensieri, crucci o desideri e lui ascolterà e riferirà a Babbo Natale. Non può parlare né muoversi di giorno ma di notte provvederà ad annotare tutto quello che gli è stato confidato.

Anche in questo caso, ognuno sceglie la strada che meglio si adatta alla vita familiare. Noi ad esempio, sempre su richiesta di nostro figlio a Babbo Natale, abbiamo deciso di fargli toccare l’elfo ma, come Babbo Natale scrive “a patto di non usarlo come un giocattolo ma di trattarlo come un amico o un fratellino“. L’idea di non poterlo toccare mi sembrava francamente troppo restrittiva e possibile causa di frustrazione e mancato attaccamento. Considerarlo invece un membro a tutti gli effetti della nostra famiglia, è stata invece la scelta più giusta.

L' Arrivo e l' Addio

Ci sono due momenti salienti di questa esperienza: quando arriva l’elfo e quando saluta i suoi bambini. Due momenti che secondo me, vanno valorizzati e distinti da tutti gli altri.

 - Arrivo

Il primo arrivo, come abbiamo detto, di solito è accompagnato da una letterina di presentazione (dell’elfo stesso o di Babbo Natale), da un certificato di adozione e dalla scelta del nome.

Ma ogni anno l’elfo tornerà e sarà divertente inscenare ogni volta arrivi divertenti e a effetto: su una mongolfiera, con dei palloncini, su una slitta, a cavallo di una scopa, dal cielo o dal camino. Non ci sono limiti alla vostra fantasia e dalla rete arriva un grande aiuto e una libreria di immagini e idee senza fine!

- Addio

Il momento in cui il vostro elfo tornerà al Polo sarà il più triste di tutti. Un commiato inevitabile che però il bambino deve vivere più come un “arrivederci”, un momento doloroso ma dolce. Una cosa da accettare insomma senza pianti ma nella maniera più allegra possibile.

Anche in questo caso ci sono tanti modi diversi per far vivere il distacco nella maniera meno indolore e più gioiosa possibile. Dalla rete troverete moltissime idee: messaggi affettuosi, sparizioni roccambolesche, mappe per trovare la strada per il Polo Nord, letterine di saluto e regalini per rendere il commiato più dolce. Ad esempio il nostro elfo ha lasciato un piccolo aiutante, un topolino che rimane con noi tutto l’anno: avrà la funzione consolatoria e di tramite per parlare con l’elfo anche durante gli altri mesi dell’anno.

Gli Insegnamenti

L’esperienza dell’elfo, per un bambino, non si riduce solamente a scherzi e regalini. L’elfo, a mio avviso, ha una duplice funzione.

Da una parte è la voce della sua coscienza: è vero che spia un pochino, che riferisce a Babbo Natale le marachelle, le rispostacce e le brutte azioni del bambino, ma nella crescita non devono proprio imparare dai propri errori, capire le conseguenze e rimediare? Quindi si, l’elfo come da tradizione, osserva e riferisce.

Ma dall’altro, la sua presenza serve al bambino per superare limiti e difficoltà, capire gli sbagli e interiorizzare molti concetti difficili da comprendere. Infatti, se l’esperienza ha successo, l’elfo diventa un aiutante non solo di Babbo Natale, ma anche del bambino, un mentore, una guida, un confidente.

Se noi genitori, oltre a scherzi e regalini, sfruttiamo la sua presenza in maniera oculata e intelligente, potremo far diventare l’elfo un veicolo di apprendimento e di acquisizioni di concetti, per gestire le emozioni, superare difficoltà e paure.

Alcuni  Esempi

Il bambino ha paura di esibirsi in pubblico alla recita della scuola? E’ timido e introverso? Ha paura di non essere all’altezza? L’elfo si esercita anche lui, di notte, improvvisando un concerto! E potrebbe lasciargli un amuleto magico che gli infonda coraggio elfico, da tenere in tasca durante lo spettacolo. Imparerà così a buttarsi, a non lasciarsi spaventare dagli ostacoli e a superare la timidezza.

Il bambino si ammala e non può andare a scuola? L’elfo si ammala a sua volta e gli propone piccole attività da fare per riempire le giornate. Il bambino impara ad accettare gli imprevisti.

Il bambino è permaloso? L’elfo ironizza sugli aspetti “critici” del bambino e gli insegna a sdrammatizzare e a prendersi in giro. Il bambino vede se stesso riflesso nelle azioni dell’elfo e impara a mitigare i difetti.

Insomma, l’Elfo insegna al bambino attraverso la sua presenza, i giochi, le situazioni che vengono create, sempre con empatia, vicinanza e cercando di mettersi nei panni del suo piccolo amico.

L' Amico  Elfo

Ma l’elfo diventa anche un amico immaginario, un confidente cui confidare sogni, segreti, desideri e aspettative. A livello psicologico può essere per lui un compagno con cui condividere interessi e segreti, un amico che assuma le capacità che lui vorrebbe possedere, come risolvere problemi con aiuti magici, che sappia gestire le sue più grandi paure, come quella dei mostri o del buio, che sia in grado di ascoltarlo e di interagire con lui nel gioco.

Si tratta di un’esperienza che permette al bambino di esternare le proprie emozioni, preoccupazioni, paure e scoperte, di elaborare le esperienze vissute, di rivederle sotto diverse prospettive e trasformarle attraverso il gioco. Interagendo con un altro soggetto, dotato di una personalità specifica che il bambino costruisce ogni giorno, il piccolo esercita le proprie capacità relazionali, conosce meglio se stesso e inizia a riconoscere il punto di vista dell’altro, esperienze importanti nella socializzazione.

Possibilita'

L’elfo può essere:

  • divertente e spiritoso: crea situazioni esilaranti che faranno sorridere i bambini.

  • ma anche birichino e un pò dispettoso: al risveglio i piccoli troveranno marachelle combinate da lui nella notte.

  • può essere un amico che porta regalini/libri da leggere/giochini oppure merende deliziose da mangiare insieme ai componenti della famiglia.

  • può invitare i bambini a fare delle attività, lasciando ad esempio il materiale per disegnare, fare i biscotti, dvd da guardare in famiglia, l’occorrente per lavoretti creativi.

  • può lasciare messaggi, avvertimenti/notifiche sul comportamento dei bambini, video messaggi.

Prendi  Spunto  Dalla Vita del tuo Bambino/a

E qui viene il bello. Un altro consiglio spassionato che mi sento di darvi è quello poi di adattare la scaletta a quello che accade al bambino e alla famiglia man mano che si va avanti con il gioco. In questo modo, la presenza del proprio elfo sarà ancora più realistica e non una semplice riproduzione di idee preconfezionate. Il vostro bambino sentirà che davvero il suo elfo è partecipe della sua vita!

Qualche esempio?

  • Il bambino prende l’influenza: si ammala anche il suo elfo e deve prendere anche lui le medicine.

  • Il bambino è triste perchè ha litigato con il suo migliore amico? L’elfo gli propone di preparare un lavoretto da regalare all’amico del cuore per fare pace.

  • Il bambino ha preso un brutto voto o non è riuscito bene a scuola? L’elfo gli propone di leggere o studiare insieme per rimediare e migliorare.

Insomma, prendete spunto dalla vostra vita quotidiana per arricchire l’esperienza dell’elfo: il tutto acquisirà una partecipazione molto più sentita. E anche voi vi divertirete moltissimo!

Divertirsi

 

Ma l’ingrediente più importante di tutti siete voi: se non vi divertite per primi, se non tornare un pò bambini, se non riuscite a connettervi con il vostro io piccolo, allora lasciate perdere.

Solo divertendovi saprete interpretare questo gioco nel modo migliore. E allora non vi lascerete spaventare dalle serate passate a incollare, tagliare, sistemare, facendo le ore piccole mentre vostro figlio dorme, dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro.

Non vi peserà la fatica di trovare sempre nuove idee, di dormire poco durante questo periodo. Sarete ricompensati dallo stupore e dalla gioia stampati sui volti dei vostri bambini.

Come  Allestire

Gli allestimenti, anche in questo caso, sono praticamente infiniti:

  • potete utilizzare tranquillamente mobili, accessori, giochi che avete in casa;

  • potete ritagliare e incollare i template che si trovano in rete sia sul sito ufficiale che nei mille blog delle mamme americane (usate sempre le parole chiave per trovare spunti);

  • potete acquistare materiale ad hoc, sfruttando i corredi delle case delle bambole per ricreare situazioni di gioco: dal thè delle 5 al giardinaggio, dal campo da basket al set fotografico.

La casa stessa può essere fonte di idee: avere un caminetto, un giardino, scale interne, piante o balconi, può diventare lo scenario per situazioni divertenti o scherzetti fantasiosi.

Divertitevi a trasformare la vostra casa in un immenso parco giochi, sfruttando gli accessori, i mobili e gli angoli più particolari che avete a disposizione.

Una strategia molto divertente e di grande effetto è quello di creare delle relazioni tra l’elfo e i giocattoli del bimbo. L’elfo guida le sue macchinine, va a cavallo di dinosauri, gioca a carte con le bambole, legge storie ai peluche.

Sono tutte situazioni che lasceranno a bocca aperta e indurranno a creare l’illusione che di notte ci sia vita per casa! Inoltre questo tipo di scherzetto richiede davvero pochissimi minuti!

Quando  far   Trovare le  Azioni  dell' Elfo

La tradizione del libro vuole al mattino, quando il bambino si sveglia e la casa si riempie di meraviglia. Anche in questo caso non esiste una regola.

Se il bambino però va a scuola, il mattino potrebbe rivelarsi complicato. Allora il mio consiglio è questo: io lascio per i giorni della settimana in cui la famiglia ha orari ristretti (andare al lavoro, fare colazione, prepararsi e andare a scuola) gli scherzetti semplici: nostro figlio dovrà solo “trovare” l’elfo e ammirare quello che ha combinato.

Rimando invece le sorprese o le attività o le proposte più complesse (come esperimenti, cacce al tesoro, indovinelli) per il sabato e la domenica, quando abbiamo tutti più tempo e in cui possiamo rilassarci senza avere i minuti contati.

Gli  Scherzi

L’ambito più usato dai genitori sono gli scherzetti, bonari ovviamente. Marachelle o birbonate divertenti per strappare una risata al bambino la mattina e riempire la casa di sorrisi.

Cercando su internet (fb, pinterest, instagram) troverete una casistica praticamente infinita. Per il primo anno vi consiglio di replicarli, in modo da prendere dimestichezza con l’argomento. Poi man mano che andrete avanti, vi verranno idee originali e assolutamente personali.

Di solito si usa l’ambiente casalingo e quello che abbiamo a disposizione: vi sono scherzi complessi ma anche semplici posizioni esilaranti in cui far trovare l’elfo che richiedono al massimo 5 minuti di lavoro.

                                                                                                                                                            grazie a Viaggiamondo.it

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